Comprensione VS cambiamento

Autore: Elisa Sabatini

Tempo di lettura: 4 minuti

Ho casa invasa dai libri.

Mio marito riesce a comprare anche 15 libri al mese di cui molti di nascosto; maschera l’acquisto di un libro acquistando contemporaneamente cose inutili, nel migliore dei casi futili, come un adesivo per il camper, una bandana per il cane, il coprisella della MTB.

Poi, dato che è uomo, lascia dentro le scatole il biglietto con il riassunto degli acquisti senza contare che la maggior parte li fa con l’account aziendale ed ogni volta che acquista mi arrivano le mail di conferma.

Ma è uomo, e per questo lo perdono e soprattutto faccio finta di niente: alla fine è l’unica cosa che mi nasconde.

Ma non è questo il punto, il punto è che ho casa invasa dai libri.

Da quando lo conosco non so più cosa sia una libreria vuota; ho librerie in ogni parete libera di casa, ho libri per terra, ho libri sul tavolo, ho libri sotto al letto… libri, di ogni genere.

Ora la domanda sorge spontanea: mio marito li ha letti tutti?

Spoiler, sì, li ha letti tutti, magari non ha letto “tutte” le pagine, ma vi assicuro che sa cosa c’è dentro ad ognuno.

Ora voglio chiedervi di accompagnarmi in una riflessione.

Appurato che mio marito ha letto tutte queste centinaia di libri, ha davvero imparato da essi?

Andiamo più nel pratico, che a noi donne riesce meglio che filosofeggiare (ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è puramente casuale): mentre scrivo, volto lo sguardo al lato del camino, sopra il mobile che contiene i fiammiferi, i riccetti accendi legna, ed altre cianfrusaglie utili alla pulizia ed alla cura del camino.

Ordinati in scala di dimensione ascendente, ci sono circa 20 libri… ecco alcuni titoli:

L’enigma dei numeri primi“, “Il teorema del pappagallo“, “La scoperta del giardino della mente“, “La…” no, aspettate, mea culpa, questi sono i libri per i momenti “relax” davanti al camino; saliamo di un piano, altri 20 libri, ordinati sempre in scala di dimensioni ascendente ma stavolta sono decisamente più “usati”: ci sono etichette ogni 2 pagine, le copertine sono rovinate e dentro sono pieni di post-it con riassunti, appunti e… ci sono anche dei disegni: si direbbe che siano libri studiati, con cui mio marito ha decisamente passato molto tempo.

Se passi molto tempo con un libro, significa sicuramente che tu conosci ciò che c’è scritto in quel libro.

Titoli: “Super thinking“, “Pensieri lenti e veloci“, “Why we sleep“; ecco, prendiamo “Why we sleep“: un testo molto interessante che ci porta a riflettere sulle cattive abitudini riguardanti il sonno e sui benefici che il dormire può portarci.

Ed eccoci al culmine della storia, l’invito alla riflessione: dopo aver letto why we sleep, mio marito dorme meglio? Dorme di più? Dorme? La risposta è ovvia e scontata: NO.

Eppure Matthew Walker, che è l’autore del libro, ha basato il testo su analisi scientifiche e su evidenze reali, ed i segnalibri che riportano ogni idea “chiave” con la sintesi scritta in colori diversi con una calligrafia incomprensibile, mi dà la certezza che mio marito abbia “capito” il messaggio del libro… ma allora perché continua ad andare a letto dopo aver appena chiuso il computer, a coricarsi ogni notte ad un’ora diversa e a svegliarsi sempre, che sia andato a dormire alle 22 o che sia andato a dormire a mezzanotte, alle 5:00?

Semplice, perché capire non basta.

La comprensione da sola non garantisce un cambiamento.

Non servono centinaia di libri per sapere che:

non dovremmo mangiare cibi spazzatura;

dovremmo fare almeno 30 minuti di attività fisica ogni giorno,

dovremmo evitare di arrabbiarci o al massimo far arrabbiare gli altri,

che non serve per forza comprare compulsivamente piatti con gli unicorni, lenzuola con gli unicorni, magliette con gli unicorni ad una bambina di 2 anni che magari crescendo “odierà” gli unicorni,

eppure, lo facciamo.

Sappiamo che la vita è una sola, che è spaventosamente e meravigliosamente breve e che quindi non dovremmo passare ore, giorni e settimane a preoccuparci per qualcosa che il 90% delle volte nemmeno accadrà eppure, lo facciamo.

Conoscere ciò che dovremmo fare insomma, non porta a grandi risultati.

Ma perché?

Pregiudizi, bias cognitivi, abitudini; il nostro cervello letteralmente ci “rema contro” senza che noi ce ne accorgiamo eppure tutti cerchiamo sempre di “giustificare” ciò che abbiamo fatto o detto in modo logico, razionale quando in realtà, di logico e razionale c’è solo il fatto che noi nella maggior parte dei casi non agiamo in modo logico e razionale, ma lo facciamo in base alle nostre emozioni.

Sono le nostre emozioni a determinare ciò che decidiamo di fare, la razionalità e la logica arrivano dopo a “giustificare” il perché abbiamo compiuto quella determinata scelta.

E sapete quale è la rivelazione più grande in tutto questo turbinio di violenze al nostro concetto di libero arbitrio?

Che tutto questo, è perfettamente, normale ✅.

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